La storia della famiglia Bosco e dell’amaro Florens nasce a Costigliole d’Asti, nella terra della Barbera, dei tartufi e della bagna caoda. Sergio Bosco, dopo gli studi presso la scuola enologica di Alba si specializza in Chimica enologica all’Università di Padova per diventare enologo. Nel dopoguerra in Piemonte per un giovane laureato in chimica enologica la strada più semplice era lavorare per una cantina sociale.
Sergio però fece una scelta controcorrente entrando nella Domenico Ulrich, tra le prime realtà italiane a specializzarsi nella lavorazione delle piante aromatiche su scala industriale. In questa grande azienda di eccellenza si utilizzavano unicamente materie prime piemontesi e nazionali. E proprio qui Sergio Bosco affinò le sue conoscenze e tutte le tecniche per realizzare estratti erboristici per la creazione di amari e liquori.
Ironia della sorte, nonostante quella di Sergio fosse una famiglia di viticoltori, erano tutti astemi tranne lui. Anche questa condizione inconsueta lo convinse a perseguire la strada alchemica degli estratti, proprio negli anni in cui gli amari si stavano radicando nel tessuto sociale come fine pasto insostituibili.
Lidia Magliano, la moglie di Sergio, diventa erborista seguendo i corsi alla facoltà di Farmacia all’Università di Siena, l’unica in Italia a quei tempi in cui era possibile seguirli. Nel frattempo lui continua a correggere e migliorare molti macerati utilizzati per prodotti del mercato liquoristico italiano e internazionale.
Ma dopo anni trascorsi a produrre e perfezionare estratti per altre aziende, Sergio e Lidia decisero di crearne uno tutto loro. Così nel 1975 nasce l’Amaro Florens, l’elisir erboreale di Torino.

La bottiglia storica dell’amaro Florens
Ma cos’è un elisir d’erbe?
Il termine elisir deriva dall’arabo al-iksir – pietra filosofale, un amuleto che poteva regalare l’immortalità. Si riferiva anche a una soluzione liquida contenente sostanze aromatizzanti. Elisir si ritrova spesso nei testi rinascimentali del medico alchimista svizzero Paracelso, che cita anche quello di lunga vita. I pionieri della produzione liquoristica furono i monaci – francescani, benedettini, cistercensi – che come veri alchimisti creavano pozioni alcoliche a base di erbe a scopi medicamentosi. Basti pensare al monastero della Chartreuse e all’omonimo elisir verde dalla ricetta segreta, famoso in tutto il mondo. Intorno all’Ottocento le aziende liquoristiche più importanti erano concentrate nel Nord Europa, con l’Olanda e la Germania in prima fila.
In Italia – complice l’epidemia di colera che colpì Milano a metà dell’Ottocento – un amaro che ha fatto storia fu utilizzato da un medico svedese come importante rimedio terapeutico. Dalla scuola liquoristica di Salerno la tradizione degli amari si sposta prevalentemente al nord Italia.
Agli inizi del Novecento si impone una suddivisione in scuola alpina e mediterranea secondo una linea dettata dalle scelte del mercato. Per questioni legate al clima, alle tipologie di erbe spontanee a disposizione e al tipo di cucina, al nord gli amari saranno più alcolici e balsamici e al sud più aromatici e agrumati.
Qual è la composizione dell’Amaro Florens?
L’amaro Florens è un vero e proprio elisir erboreale perché è composto da 25 erbe officinali appositamente selezionate per creare un bouquet aromatico e floreale perfetto. Achillea moscata, genzianella, timo siciliano, rabarbaro cinese contuso, calamo aromatico sono solo alcune delle botaniche – in parte di provenienza locale – utilizzate per dare vita a questo amaro.
Il tempo balsamico delle piante fa la differenza.
La natura è meravigliosa se sappiamo rispettarla. Rispettare i tempi della stagionalità per frutta e verdura significa ottenere prodotti sani, genuini, saporiti, sostenibili economicamente e per l’ambiente.
Lo stesso vale per le erbe, che se raccolte nel momento giusto, nel pieno della fioritura o perfetta maturazione botanica, posseggono caratteristiche che si traducono in sentori organolettici straordinari e proprietà benefiche reali. Tutto questo è possibile grazie alla sapienza e l’esperienza dell’erborista.
Altro aspetto molto importante è l’habitat naturale, e quindi la provenienza delle piante. Se il rabarbaro contuso cinese è necessario acquistarlo dai paesi asiatici, le altre che invece possiamo facilmente reperire in Italia, non ha senso che arrivino dall’estero. E quindi una camomilla italiana rispetto a una albanese è decisamente migliore. Quella di raccogliere e reperire quante più piante dal territorio piemontese e nazionale, è ancora oggi la scelta elettiva della famiglia Bosco.
Come viene realizzato l’amaro Florens, l’elisir erboreale di Torino?
La realizzazione dell’amaro Florens avviene attraverso cinque fasi. Dopo aver selezionato e raccolto le erbe amare secondo il loro “calendario balsamico“, viene preparata la ricetta.
Le erbe vengono successivamente messe a macerare per 40 giorni in una soluzione alcolica. Questo consentirà di estrarre tutte le sostanze che stimolano le funzioni procinetiche ed eupeptiche, quindi la digestione.
Terminata la macerazione si passa alla torchiatura, fase in cui le erbe vengono pressate con un torchio per completare l’estrazione. Il preparato viene poi filtrato per renderlo limpido e privo di residui.
L’ultimo passaggio, quello dello sviluppo, viene effettuato presso una distilleria. Questa fase in cui tutto il composto macerato incontra l’alcool e lo zucchero – è un momento quasi magico. La sapienza dell’erborista e la maestria del distillatore nell’utilizzo delle giuste dosi in un equilibrio quasi alchemico, daranno vita a Florens, l’elisir erboreale di Torino.
Quali sono le caratteristiche dell’Amaro Florens?
La famiglia Bosco per realizzare la ricetta dell’amaro Florens ha fatto una scelta coraggiosa e in controtendenza rispetto ai concorrenti. Ha ridotto la quantità di zucchero del 25%. Tale riduzione presenta il vantaggio di poter percepire nitidamente le caratteristiche organolettiche del prodotto, e quindi di poterne apprezzare il corredo aromatico. Per rendere però più suadente e amabile l’amaro Florens, viene aggiunta una piccola percentuale di caramello. Ottenuto da uno sciroppo naturale di zucchero, dona all’elisir anche una nota visiva più calda stabilizzandone il colore.
Erboreale = erbaceo e floreale. Dall’unione di queste due parole nasce il termine erboreale, che si riferisce all’insieme delle erbe officinali e dei fiori che compongono un bouquet aromatico avvolgente.
L’amaro Florens è corroborante, la sua principale funzione digestiva lo rende un tonico rinvigorente ed energizzante. Anticamente infatti gli amari venivano “somministrati” ai malati perché avevano un’azione ricostituente. Un vero toccasana per l’organismo.
Ma oggi chi c’è dietro l’amaro Florens?
Lui è Roberto Bosco, il figlio di Sergio e Lidia, l’anima che si cela dietro all’amaro Florens.
Quando Roberto parla del papà enologo lo fa con le lacrime agli occhi. Quell’emotività genuina ha coinvolto anche noi durante il suo racconto avvincente. Sembrava quasi di poter vedere il signor Sergio che partiva alla volta della Sicilia per perfezionare la ricetta di un amaro. O di sentirlo mentre insegnava al figlio i segreti di un mestiere nobile e antico. Roberto ti travolge subito con la sua simpatia incontenibile, con quel misto di frasi in dialetto e l’entusiasmo di un bambino che gira per la prima volta tra le botti in una cantina. Ha fatto tesoro di tutti gli insegnamenti del padre, e dopo essere diventato erborista e carpito tutti i segreti di questo lavoro, oggi insieme alla mamma Lidia continua a gestire l’Erboristeria San Bartolomeo di Vinovo e a produrre con maestria l’elisir erboreale di Torino.
Il passato, il presente e il futuro dell’amaro Florens
Dal 1975 la bottiglia e l’etichetta dell’amaro Florens sono cambiati. La prima bottiglia storica veniva etichettata a mano, la grafica esaltava l’artigianalità del prodotto, con un richiamo alle piole piemontesi e alle baite di montagna. I tempi moderni ai quali adattarsi, l’irreperibilità di alcuni formati e le vigenti leggi sull’etichettatura hanno imposto l’utilizzo di una bottiglia più attualizzata.
Per evitare l’ossidazione dell’amaro a causa dell’esposizione alla luce, Roberto ha scelto di far colorare le bottiglie con un’apposita vernice scura, cosa che aumenta il costo del packaging ma preserva il prodotto e tutela il cliente.

La nuova bottiglia
Quella che però non è mai cambiata è la ricetta. Roberto la custodisce gelosamente.
E presto sarà disponibile una versione speciale, per la quale non posso aggiungere altro, se non che il tempo sarà complice e galante.
Come si può consumare l’amaro Florens?
Veniamo alla parte goduriosa che sicuramente stavate aspettando. La meraviglia di questo amaro è che evolve a seconda della temperatura e degli abbinamenti. Potete berlo liscio a temperatura ambiente o da frigo. Con un cubetto di ghiaccio. Oppure ghiacciato dopo averlo tolto dal freezer qualche istante prima.
Ma se invece voleste ottenere un effetto ancora più corroborante potete aggiungere dell’acqua calda o bollente nel vostro bicchiere insieme a una scorzetta di arancia o mandarino. Ecco pronto il vostro tipico capiler piemontese, per un tuffo all’indietro negli anni cinquanta-sessanta.
Ma potevo lasciarvi con l’amaro in bocca? Ovviamente no.

Amaro Florens e cioccolato fondente. Connubio perfetto
Sì il cioccolato fondente è il miglior abbinamento con l’amaro Florens. I sentori aromatici della fava di cacao e il gusto amaricante del fondente si sposano alla perfezione con il gusto balsamico ed erbaceo dell’amaro.
E in cucina? Provatelo con i formaggi erborinati e stagionati, e poi mi direte. Di questo suggerimento invece mi prendo la responsabilità. Usatene un bicchierino per sfumare gli arrosti o un risotto vegetale o a base di carne. Vi stupirà.
Se state pensando che sarebbe perfetto per un cocktail, avete ragione e vi esorto a divertirvi nello sperimentare qualche ricetta. Nel caso foste a corto di idee, con l’aggiunta di una tonica e un cubetto di ghiaccio avrete una base rinfrescante perfetta come aperitivo.
Cosa ne dite di uno spoiler?
Roberto è creativo e non poteva limitarsi all’amaro Florens. Quindi eccovi delle chicche liquoristiche nate dall’ingegno e dalla follia del maestro erborista. La bellezza è che non c’è chimica e non c’è inganno, ma solo grappa e frutta. Le mele cotogne e le melagrane sono proprio quelle dei terreni di Roberto. Il liquore con grappa al bergamotto invece è ottenuto dall’idrolato dell’agrume calabrese. Vi lascio immaginare la potenza olfattiva!
Ma siamo pur sempre in Piemonte. Fatto il liquore con grappa al bergamotto, poteva non fare anche il Genepy? Immancabile, ovviamente.
E come se non fosse già abbastanza – oltre alle confetture -, Roberto ha pensato bene di produrre un condimento decisamente raro e insolito. La motivazione? “Sono un piemontese anomalo perché non amo l’aceto di vino o comunque troppo agro. Mi avanzavano delle mele cotogne e ci ho fatto un aceto“. Roberto racconta tutto con leggerezza, ma non credo sia stato proprio semplice produrre questo aceto speciale anti-gastrite.
E quindi dove è possibile acquistare l’amaro Florens?
Per acquistare l’elisir erboreale di Torino avete due scelte. Potete recarvi direttamente presso l’Erboristeria San Bartolomeo a Vinovo (TO) in via San Bartolomeo, 6.

Roberto Bosco davanti alla sua Erboristeria San Bartolomeo
Roberto sarà felicissimo di raccontarvi altri aneddoti sulla storia dell’amaro Florens. E se sarete fortunati potrebbe capitarvi di incontrare anche Luigi, quello che tutti definiscono l’archeologo del buono e del bello. In realtà Luigi è un cosmetologo, anche lui esperto di ricette, ma per la bellezza e il benessere della pelle e del corpo. Si sono conosciuti per motivi di lavoro e hanno capito che in qualche modo si compensavano. Luigi ha inteso da subito l’immenso valore di quell’amaro, che non poteva restare relegato sugli scaffali di un’erboristeria del centro storico di Vinovo. L’amaro Florens meritava di essere conosciuto, raccontato e commercializzato in modo strutturato. E grazie anche alla collaborazione tra Roberto e Luigi, oggi è attivo il sito internet con l’e-commerce.
Potete acquistare il vostro elisir erboreale all’indirizzo:
Erboristeria San Bartolomeo: Via San Bartolomeo, 6 / Vinovo (TO) Tel. 011/9652984
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