Se vi dicessi che buona parte del cioccolato torinese esce dalla cioccolateria Sperandri ci credereste?
Probabilmente no perché potreste non conoscere il marchio, ma in questa fabbrica del cioccolato aperta dal 1979 si producono quintali di cioccolato che vengono venduti in conto terzi in tantissime pasticcerie e botteghe della capitale sabauda. Nella patria del lingottino di cioccolato più famoso d’Italia, sono solo quattro le cioccolaterie che realizzano ancora il gianduiotto estruso e i cremini tagliati a mano. E una di queste è proprio Sperandri.
Quella di Sperandri però è soprattutto una storia imprenditoriale di rinascita, che vede la collaborazione e l’ingresso in azienda di Massimo Gertosio, erede di una storica famiglia che ha le mani in pasta dal 1840, partita dalla panetteria pasticceria Buschese di Busca nel cuneese, e che dopo una parentesi romana si è imposta a Torino diventando riferimento per il cioccolato artigianale di qualità ottenendo prestigiosi riconoscimenti tra i quali quello di “Maestri del gusto di Torino“.
Fabio Alberti, giovane amministratore delegato di Sperandri sta investendo soldi, tempo ed energie in questo progetto di riposizionamento del marchio e Massimo Gertosio, maître chocolatier a capo della produzione, non poteva che essere il partner ideale di questa storia tutta da scrivere.
La visita a una cioccolateria è un’esperienza multisensoriale che vi consiglio di fare, ma nel frattempo venite con me a visitare Sperandri.
Tutto parte dalla massa di cacao e dalle coperture di cacao monorigine Ecuador e Ghana, che Sperandri acquista da Callebaut e Varlhona, tra i maggiori fornitori a livello internazionale. Vanto dell’azienda è l’utilizzo della nocciola tonda gentile, usata per molte delle preparazioni. Alcuni dei macchinari utilizzati sono molto antichi, come questa straordinaria taglia-cremini che viene usata in alternativa al taglio manuale con le forbici.
Per fortuna il lavoro dell’uomo è ancora insostituibile e il confezionamento qui è tutto totalmente manuale, segno indiscusso di artigianalità vera.
E quanto può esserci di più artigianale della lavorazione di questi gianduiotti estrusi, che non prevedono l’uso di uno stampo? Io lo trovo estremamente poetico.
Ma una cioccolateria che si rispetti non può non produrre le praline, e Sperandri ne produce infinite varietà per tutti i gusti, con i ripieni più goduriosi e di tutte le fogge.
Nel tempio del cibo degli dei, frutto del theobroma cacao, non possono mancare le creme spalmabili, sublimi e con pochissimi ingredienti.
Sapete come conservare il cioccolato? Capisco che difficilmente si pone il problema, ma ci tenevo a lasciarvi con qualche indicazione utile. Il cioccolato teme calore, freddo e umidità e quando diventa bianco significa che è stato conservato male. La temperatura ideale di conservazione va dai 13 ai 20 gradi e l’umidità deve essere del 46%. In casa semplicemente è bene mantenerlo in un luogo possibilmente fresco e in estate per evitare comunque che si sciolga o si formi quella fastidiosa patina bianca è preferibile riporlo in frigorifero.
Il nostro viaggio nel mondo di eccellenza di Sperandri è terminato, ma vi invito a visitare il laboratorio di produzione dove è anche possibile acquistare. Potrete trovare i prodotti della cioccolateria anche nel primo punto vendita monomarca – aperto a luglio in zona Santa Rita – insieme ai gelati a base di sole creme in collaborazione con lo storico marchio Fiorio.
Cioccolateria Sperandri
Laboratorio e vendita: Via Pier Dionigi Pinelli, 52 Torino – 011/487955
Cioccolato e gelato: Via Tripoli, 72 – Torino
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