Una maratona gastronomica per scoprire tutte le sfumature del Nizza docg, la Barbera prodotta in 18 comuni del Monferrato.
Trenta produttori hanno aperto le porte delle loro cantine per accogliere gli enoturisti e farli immergere nella poesia del mosto tra assaggi del Nizza e piatti della tradizione piemontese.
Armati di una tasca e un calice, siamo tornati a perderci tra i vigneti, a visitare barricaie e a inebriarci di storie enoiche.
Chissà se qualche maratoneta gourmand professionista è riuscito nell’impresa di visitare tutte le 30 cantine e ad assaggiare tutti i vini e a deliziarsi con tutte le proposte gastronomiche. Io sono arrivata solo a quota 3 e me le sono proprio godute.
La prima tappa è stata la Tenuta Olim Bauda a Scapaccino (At). Dopo una rapida visita in cantina abbiamo assaggiato il loro Nizza d.o.c.g. riserva, ma la loro produzione spazia tra Grignolino, Freisa d’Asti, Monferrato rosso, Nebbiolo d’Alba, Gavi, Chardonnay, Moscato e Moscato passito.
Assaggi di salame cotto e robiola di Roccaverano hanno completato questa prima degustazione.
Ci siamo poi spostati verso il borgo che dà il nome a questa Barbera, Nizza Monferrato.
La seconda cantina che ci ha ospitato è Cascina La Barbatella, che Lorenzo e Cinzia dal 2010 hanno rinnovato raccogliendo una grande sfida, quella di rilanciare un’azienda nata negli anni ‘80 dandole nuovo vigore innalzando la qualità dei vini, che oggi parlano diverse lingue perché esportati in giro per il mondo.
Avvolti da un paesaggio incantato tra i vigneti e musica lounge, abbiamo assaggiato il loro Vigna dell’Angelo che ci ha veramente entusiasmati. Viene fatto riposare 6 mesi in vasche di acciaio e dai dodici ai sedici mesi in barriques di rovere francese.
Ci è stato servito un panino al ragù di fassona davvero libidinoso.
Già abbastanza sazi e satolli ci siamo diretti a Mombaruzzo, famosa per i suoi mitici amaretti e per Berta, una delle più antiche e prestigiose distillerie a livello internazionale.
Varcato il cancello infinito di Pico Maccario, ci troviamo subito di fronte a quella che è una cantina d’autore perché è scavata sottoterra, dove tutto il contesto è davvero ludico, dalle enormi sfere illuminate all’ingresso, alle lumache fluo gigantesche, fino alle matitone, diventate il segno distintivo dell’azienda.
Il “Progetto matite” è nato proprio dal desiderio di portare colore e gioia agli enoturisti attraverso 900 pali colorati a forma di matita, che servivano a delimitare i vigneti, che in totale sono di circa 100 ettari, sparsi tra Langhe e Monferrato. Da quelle insolite e geniali palizzate multicolor hanno pensato di realizzare un packaging dal forte impatto visivo, e fu così che nacque la latta portabottiglia a forma di matita, davvero originale e unica.
Abbiamo avuto il piacere di visitare la barricaia in solitaria perdendoci tra le botti, le luci soffuse, i profumi del vino dormiente e i matitoni colorati a far da guardia.
Il Nizza di Pico Maccario assaggiato è il Tre Roveri, complesso, morbido ed elegante.
Producono anche Barolo, Barbaresco, Monferrato bianco, Gavi, Viognier, due rosati fermi, un brut rosè e un Moscato. A ricordo della giornata non potevamo non portarci a casa una matita coloratissima.
Ci si vede al prossimo Giro…
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